Perchè sei o vuoi diventare anglicano?

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  1. Richard Hooker
     
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    Ciao cari amici, se Dio vorrà, anch’io farò parte della Comunione Anglicana. A tele scopo vorrei aprire una nuova discussione sulla domanda: perché voglio diventare anglicano? O meglio, perché voglio diventare un cristiano anglicano? Certo, nelle vostre discussioni emergono alcuni temi importanti tra cui, facendo un esempio, c’è quello della pari dignità che dovrebbero avere uomini e donne all’interno della Chiesa, esemplificato nel problema se sia giusto o meno concedere alle donne alcuni o tutti e tre i gradi del sacerdozio ministeriale. Argomento non secondario se anche la Conferenza di Lambeth del 2008 l’ha posto tra i temi più importanti di discussione. Ma faccio notare che le questioni della pari dignità delle donne rispetto agli uomini se le sono poste anche altre religioni, dando maggior rilievo alla presenza femminile nelle rispettive comunità. Penso ad esempio all’ebraismo riformato in cui c’è la figura del rabbino donna, oppure all’interno del buddismo, dove accanto ad un monachesimo maschile, c’è un monachesimo femminile.
    Allora perché essere cristiano?
    Penso che tutte le religioni hanno come scopo la salvezza, ma solo il Cristianesimo pensa la salvezza come redenzione. Spesso questi termini vengono usati come sinonimi, ma si tratta di un errore, poiché la salvezza è la meta, la redenzione è il mezzo. L’Ebraismo, l’Islamismo, l’Induismo, il Buddismo e le religioni di origine cinese non conoscono nessuna redenzione e nessun redentore: Mosè, Buddha, Confucio, Maometto non sono redentori; sono legislatori, maestri, saggi o profeti, ma non redentori. Non sono essi a dare la salvezza, i loro discepoli se la devono trovare da sé o come conoscenza della logica del mondo del quale l’uomo appartiene ( l’Induismo, il Buddismo e le religioni di origine cinese), oppure come osservanza di precetti contenuti in un testo considerato sacro attraverso una rivelazione diretta di Dio. Gesù Cristo è per i cristiani il Redentore.
    Ma cosa significa redenzione? In senso etimologico “riscatto”. Essa presuppone una situazione oscura da cui essere tratti fuori e l’impossibilità di farlo da sé, come un sequestro per essere liberati dal quale si deve pagare, per l’appunto, un riscatto. In questo senso la redenzione è qualcosa di oggettivo, che avviene a prescindere dall’interessato, che qualcun altro ha fatto al suo posto e gli dona gratuitamente. Questa frase di san Paolo è esemplare: “Gesù Cristo ha dato se stesso per i nostri peccati per strapparci da questo mondo perverso” (Galati 1, 4). Certo, il fatto che la salvezza sia offerta gratis come dono di Dio, con un suo atto unilaterale che prescinde dall’uomo o dal suo impegno, non significa che sia a buon mercato: le opere buone dell’uomo sono i frutti della fede (cfr. articolo 12 dei Trentanove articoli della fede).
    Perché anglicano?
    Ho appreso che tre sono le fonti della fede anglicana: la S. Scrittura, la Tradizione e la Ragione.
    Che cosa lega queste tre fonti insieme tra loro? Il Logos: è un termine greco che può essere tradotto in varie maniere, come “pensiero”, “parola”, “logica”. Che cosa è la S. Scrittura? È la logica con cui Dio Padre salva il mondo. Questa logica è una persona, Gesù Cristo. Che cosa è la Tradizione? È la logica con la quale Gesù Cristo è presente nella vita e nella storia della Chiesa, cioè donando il suo Spirito Santo. Che cosa è la Ragione? È la logica con cui ogni persona è strutturata a immagine di Dio sul modello di Cristo, Logos preesistente ai secoli.
    Perché ho preso questi tre pilastri della fede anglicana? Per confrontarli con quelli del cattolicesimo romano che sono: S. Scrittura, Tradizione e Magistero. Ognuno può notare che la differenza tra le due è che l’anglicanesimo predilige la Ragione, invece il cattolicesimo romano il Magistero. Come cercherò di dimostrare questa non è una differenza da poco.
    Infatti, per prima cosa, per far parte del Magistero non ci vuole un particolare istruzione, o meglio una sapienza maggiore rispetto agli altri membri della comunità cristiana, ma è necessario semplicemente ed unicamente aver ricevuto il terzo grado dell’ordine sacro, cioè l’episcopato, con il risultato che nella Chiesa cattolico – romana si possono incontrare vescovi che in fatto di S. Scrittura e Tradizione sono più ignoranti di molti laici e pur tuttavia (qui sta il bello!) al vescovo (soprattutto a quello di Roma) spetta la parola definitiva in materia.
    Inoltre per un cattolico il magistero è infallibile: mi basta un esempio di natura storica per smentire questo fatto. Nel 1832 papa Gregorio XVI sostenne con queste testuali parole che la libertà di coscienza in materia religiosa era un delirio: “Da questa inquinatissima fonte dell’indifferentismo scaturisce quell’assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire per ciascuno la libertà di coscienza” (Gregorio XVI, Mirari vos, in Enchiridium delle encicliche, vol. 2, EDB, Bologna 1996, pag. 40). Nella Chiesa cattolico romana fino Concilio Vaticano II (1962 – 65), tutti i papi appoggiarono tale prospettiva, lottando contro la libertà di coscienza in materia religiosa, arrivando anche a far uccidere chi la pensava diversamente.
    Infine per un cattolico romano al magistero bisogna ubbidire ciecamente. Basti questa frase di Ignazio di Loyola alla fine degli Esercizi Spirituali – il suo scritto più importante – quando presenta alcune regole per chi vuole essere un buon figlio della Chiesa. La tredicesima regola prescrive: “Per essere certi in tutto, dobbiamo tenere questo criterio: quello che io vedo bianco lo credo nero, se lo stabilisce la Chiesa gerarchica” (Ignazio di Loyola, Esercizi Spirituali (edizione italiana a cura di Giuliano Raffo), ed. ADP, Roma 1991, pag. 313). Auguri ai cattolici romani quando avranno un dilemma: ascolteranno la Ragione oppure il Magistero? Se sono coerenti devono soffocare la propria ragione (o le proprie ragioni, sì anche quelle del cuore!) per obbedire al Magistero della Chiesa cattolico – romana.
    Mi fermo qui perché sono stanco di scrivere. Altre motivazioni che mi portano ad aderire alla Comunione anglicana le scriverò più avanti.
    Mi interesserebbe sapere quali sono le vostre motivazioni con le quali aderite o siete in procinto di aderire alla Comunione Anglicana.
    Ciao a tutti. Pregate per me. Io pregherò per voi.
     
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  2. ¤Aethelreda¤
     
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    Perché l'Anglicanesimo mi pare uno splendido equilibrio tra Riforma e Tradizione cattolica... ^_^
     
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  3. ThomasCranmer
     
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    Personalmente ho scelto l'Anglicanesimo perché, come avete validamente già detto voi, raggiunge il maggior equilibrio possibile fra la Tradizione della Chiesa Latina (di cui tutt'ora è parte) e le capacità dialogiche col mondo moderno. L'Anglicanesimo non da mai facili risposte agli argomenti della vita di tutti i giorni, e se le da non sono mai secchi si o no ma argomentano la ricerca di una Verità che è sempre in divenire, che parte poi di quell'"Economia della Salvezza" nella quale siamo tutti immersi.

    L'efficace dialogo della Chiesa Anglicana con il mondo moderno non è, come alcuni allegri detrattori continuano a denunciare, un appiattimento verso il mondo né una perdita della propria tradizione. È piuttosto un esserci, un essere presenti nel secolo in cui siamo chiamati a vivere, è un rispondere col sereno dialogo e confronto alle sfide e ai nuovi interrogativi che ci pone l'epoca presente.

    Altre Chiese preferiscono rispondere "no" a prescindere, nell'immediato, a quelle che sono le nuove istanze che sorgono dal momento che viviamo, salvo poi rivedere necessariamente le proprie posizioni qualche decennio o secolo dopo. Noi invece portiamo avanti la scelta più diretta, e senza dubbio più rischiosa, di affrontare subito le problematiche cogliendo l'occasione del tempo presente per affrontare problemi eterni ma sempre nuovi delle relazioni fra gli uomini (e le donne), e della relazione con il nostro Creatore.

    Il tutto continuando a mantenere fede ai Testi Biblici, ai pronunciamenti per primi Concilii della Chiesa indivisa e alla Liturgia che scandisce ogni momento forte della nostra vita spirituale e sociale.

    Ecco perché sono diventato anglicano, ed ecco perché ringrazio il Signore per avermi fatto conoscere questa Chiesa ricca di Tradizione di volontà attiva di affrontare nuove sfide.

    Vostro Fratello in Cristo,
    Thomas
     
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  4. fratel riccardo
     
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    Caro fratello,
    questo tuo scritto "Perchè sei o vuoi diventare anglicano" è di una chiarezza e bellezza unica; per questo ti propongo di renderlo "fisso" nella Home page del sito. Per quel che mi riguarda lo considero non ignorabile per chiunque nel nostro Paese desideri entrare a far parte della Comunione Anglicana. Con amicizia e riconoscenza, fratel riccardo.
     
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  5. fratel riccardo
     
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    Caro fratel Richard,
    non trovando la tua e-mail ti scrivo qua per informarti che un nuovo fratello vuole aggiungersi a noi come puoi leggere sotto. Fratel Riccardo.



    Caro fratel Vincenzo,

    essere monaci è cosa ben differente da essere religiosi. I religiosi sono infatti caratterizzati dai loro ben noti tre voti, noi invece siamo laici e non abbiamo voti ma solo due impegni o punti di riferimento: conversione all'amore sempre, e stabilità in questo riferimento all'amore in ogni sitazione la vita ci pone. Quindi i "voti" propriamente monastici, come anche Benedetto da Norcia fa riferimento sono due: Conversione e stabilità. Sono contento tu sia di tradizione riformata in quanto ciò facilita non di poco le spiegazioni. Caro Vincenzo, innanzi tutto ti informo che oltre a te c'è anche fratel Richard, un fratello anglicano, che tra l'altro è gestore del sito Anglicanitaliani, che ti invito a leggere, su cui curo la rubrica anno liturgico. Caro Vincenzo, attualmente siamo quindi 3 monaci arancioni (veterocattolici-anglicani), appartenenti rispettivamente alla Chiesa Anglicana, Vetero Cattolica dell'Unione di Utrecht, Valdese-Metodista. Essendo i monaci arancioni una comunità ecumenica, nessuno è tenuto a lasciare la sua denominazione religiosa almeno che lui non lo decida liberamente. Inoltre non avendo ancora per il momento una nostra piccola Abbazia di riferimento dobbiamo considerarci monaci liberi-non residenti. Come sai sto lavorando agli ultimi dettagli del nostro Ufficio ecumenico di cui posto il calendario dei santi nei tre siti in cui scrivo:veterocattolici, anglicanitaliani, e amare col cuorediDio, un sito di omosessuali credenti. Spero di terminare presto il mio lavoro liturgico in modo di avere una liturgia monastica che ci unisca. Ti avvertirò quando vengo a Milano a trovare il decano della Chiesa VEtero CAttolica alla Casa del giovane lavoratore, così avremo modo di parlarci. Caro fratel Vincenzo ricordiamoci nella preghiera e non dimentichiamo i poveri coi frutti del nostro lavoro. fratel riccardo.

    Date: Fri, 31 Oct 2008 22:13:55 +0100
    From: [email protected]
    To: [email protected]
    Subject: richiesta di informazioni

    Caro Fratel Riccardo,

    l'ho vista qualche tempo fa alla Casa del Giovane, interessato, ho fatto alcune ricerche in internet sulla chiesa vetero-cattolica e sulle comunità monastiche anglicane.
    Quello che scrive mi ha molto colpito, in particolare l'idea che non si diventa monaci, ci si nasce! Sin dall'infanzia sento nella mia vita la vocazione spirituale, ed oggi, che ho 28 anni, desidero prendere maggiormente in considerazione questo sentire, conoscere anche la realtà monastica, magari quella anglicana-veterocattolica, in quanto forse più vicina alla mia personale esperienza cristiana riformata (metodista-valdese).
    Spero che possa darmi maggiori informazioni, in internet ho trovato veramente poco.

    La saluto fraternamente.

    Vincenzo

     
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  6. Vale@
     
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    Dunque mi presento, mi chiamo Valentina da Pescara.
    Nella mia ricerca spirituale, fin da bambina, sto cercando chiarimenti in quanto da cattolica percepisco delle disposizioni che fanno a cazzotti con il cervello, nonostante ami la Chiesa Cattolica in quanto portatrice del messaggio di Cristo ed una ricca tradizione di Santi, sono spesso in conflitto, specialmente sui forum cattolici, perche' non vedo carita' cristiana nelle posizioni , non di tutti, ma molti cattolici. Preferisco la scelta "meglio pochi ma buoni", nel senso che sono stanca di interminabili discussioni che reggono su un magistero pesante ed inutile...e' la prima volta che mi permetto di dirlo, ma nel tempo credo sia l'unica conclusione.
    Per me i concetti principali e lo spirito che anima tutta la Scrittura sono riconducibili a pochi concetti sui quali, il buon senso, la conoscenza e la ragione completano con vesti nuove di volta in volta, senza per queso intaccare minimamente le verita' fondamentali.

    Sono daccordo con le motivazioni della persona che ha aperto la discussione, che bisogna fare maggiore discernimento e non farsi intrappolare da regole che inesorabilmente vanno aggiornate mettendo la Chiesa Cattolica in serio imbarazzo ogni volta.

    Vorrei conoscere meglio la Chiesa Anglicana e la differenza con quella episcopale, se c'e' una differenza.
    Inoltre vivendo a Pescara, avrei scarse possibilita' di seguire le funzioni?!

    Qualcuno puo' cristianamente darmi dei ragguagli?
     
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  7. manuela pirrone
     
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    Posso fare una domanda che potrebbe apparire banale?
    Come si fa a diventare Anglicani? Ovvero qual'è l'iter sia religioso che burocratico che si affronta?
     
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  8. ThomasCranmer
     
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    CITAZIONE (manuela pirrone @ 23/5/2009, 17:15)
    Posso fare una domanda che potrebbe apparire banale?
    Come si fa a diventare Anglicani? Ovvero qual'è l'iter sia religioso che burocratico che si affronta?

    Ciao Manuela,
    dovresti prima localizzare la Chiesa più vicina a te (puoi cercarla qui: Anglicani in Italia) e poi parlare col Parroco e iniziare il tuo cammino.
    In genere si viene ricevuti circa dopo un anno di frequenza e approfondimento. Serve fondamentalmente a te per conoscere meglio la Chiesa.
    Questo se conosci bene l'inglese, perchè quasi tutte le comunità aglicane in Italia parlano inglese.
    Se così non fosse puoi scrivermi in privato e ti posso indicare la comunità italofona più vicina a te.

    Cari saluti!
     
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  9. veterocatholic
     
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    QUOTE (Richard Hooker @ 23/9/2008, 23:07)
    Ciao cari amici, se Dio vorrà, anch’io farò parte della Comunione Anglicana. A tele scopo vorrei aprire una nuova discussione sulla domanda: perché voglio diventare anglicano? O meglio, perché voglio diventare un cristiano anglicano? Certo, nelle vostre discussioni emergono alcuni temi importanti tra cui, facendo un esempio, c’è quello della pari dignità che dovrebbero avere uomini e donne all’interno della Chiesa, esemplificato nel problema se sia giusto o meno concedere alle donne alcuni o tutti e tre i gradi del sacerdozio ministeriale.

    La porrei in questi termini: se sia giusto o meno impedire a Dio di chiamare le donne a servirlo e servire la comunità attraverso un ministero ordinato.
    Dimentichiamo sempre che questa non è solo una ingiustizia verso la donna, ma anche e soprattutto verso Dio. La Chiesa non decide, è solo chiamata al discernimento.

    QUOTE (Richard Hooker @ 23/9/2008, 23:07)
    Argomento non secondario se anche la Conferenza di Lambeth del 2008 l’ha posto tra i temi più importanti di discussione. Ma faccio notare che le questioni della pari dignità delle donne rispetto agli uomini se le sono poste anche altre religioni, dando maggior rilievo alla presenza femminile nelle rispettive comunità. Penso ad esempio all’ebraismo riformato in cui c’è la figura del rabbino donna, oppure all’interno del buddismo, dove accanto ad un monachesimo maschile, c’è un monachesimo femminile.
    Allora perché essere cristiano?
    Penso che tutte le religioni hanno come scopo la salvezza, ma solo il Cristianesimo pensa la salvezza come redenzione. Spesso questi termini vengono usati come sinonimi, ma si tratta di un errore, poiché la salvezza è la meta, la redenzione è il mezzo. L’Ebraismo, l’Islamismo, l’Induismo, il Buddismo e le religioni di origine cinese non conoscono nessuna redenzione e nessun redentore: Mosè, Buddha, Confucio, Maometto non sono redentori; sono legislatori, maestri, saggi o profeti, ma non redentori. Non sono essi a dare la salvezza, i loro discepoli se la devono trovare da sé o come conoscenza della logica del mondo del quale l’uomo appartiene ( l’Induismo, il Buddismo e le religioni di origine cinese), oppure come osservanza di precetti contenuti in un testo considerato sacro attraverso una rivelazione diretta di Dio. Gesù Cristo è per i cristiani il Redentore.
    Ma cosa significa redenzione? In senso etimologico “riscatto”. Essa presuppone una situazione oscura da cui essere tratti fuori e l’impossibilità di farlo da sé, come un sequestro per essere liberati dal quale si deve pagare, per l’appunto, un riscatto. In questo senso la redenzione è qualcosa di oggettivo, che avviene a prescindere dall’interessato, che qualcun altro ha fatto al suo posto e gli dona gratuitamente. Questa frase di san Paolo è esemplare: “Gesù Cristo ha dato se stesso per i nostri peccati per strapparci da questo mondo perverso” (Galati 1, 4). Certo, il fatto che la salvezza sia offerta gratis come dono di Dio, con un suo atto unilaterale che prescinde dall’uomo o dal suo impegno, non significa che sia a buon mercato: le opere buone dell’uomo sono i frutti della fede (cfr. articolo 12 dei Trentanove articoli della fede).
    Perché anglicano?
    Ho appreso che tre sono le fonti della fede anglicana: la S. Scrittura, la Tradizione e la Ragione.
    Che cosa lega queste tre fonti insieme tra loro? Il Logos: è un termine greco che può essere tradotto in varie maniere, come “pensiero”, “parola”, “logica”. Che cosa è la S. Scrittura? È la logica con cui Dio Padre salva il mondo. Questa logica è una persona, Gesù Cristo. Che cosa è la Tradizione? È la logica con la quale Gesù Cristo è presente nella vita e nella storia della Chiesa, cioè donando il suo Spirito Santo. Che cosa è la Ragione? È la logica con cui ogni persona è strutturata a immagine di Dio sul modello di Cristo, Logos preesistente ai secoli.
    Perché ho preso questi tre pilastri della fede anglicana? Per confrontarli con quelli del cattolicesimo romano che sono: S. Scrittura, Tradizione e Magistero. Ognuno può notare che la differenza tra le due è che l’anglicanesimo predilige la Ragione, invece il cattolicesimo romano il Magistero. Come cercherò di dimostrare questa non è una differenza da poco.
    Infatti, per prima cosa, per far parte del Magistero non ci vuole un particolare istruzione, o meglio una sapienza maggiore rispetto agli altri membri della comunità cristiana, ma è necessario semplicemente ed unicamente aver ricevuto il terzo grado dell’ordine sacro, cioè l’episcopato, con il risultato che nella Chiesa cattolico – romana si possono incontrare vescovi che in fatto di S. Scrittura e Tradizione sono più ignoranti di molti laici e pur tuttavia (qui sta il bello!) al vescovo (soprattutto a quello di Roma) spetta la parola definitiva in materia.

    Probabilmente nessun anglicano oggi, direbbe più che la ragione è una FONTE della fede, il che potrebbe contrapporsi al fatto che Scrittura e Tradizione sono da considerarsi senza ragione. La ragione piuttosto è un mezzo che ci permette di comprendere meglio l'unica fonte della Rivelazione che si manifesta attraverso la Scrittura e la Tradizione, che non sono fonti indipendenti (questo sulla scia del cattolicesimo romano anche di stampo tridentino, che vedeva nella Scrittura e nella Tradizione 2 fonti distinte, con tutti i problemi che ne seguono...).
    E' vero però che il Magistero ha un ruolo preminente nel cattolicesimo-romano.
    Non è vero, che questo sia sostituito dalla Ragione nella comunione anglicana (come a dire che i cattolici-romani non usano la Ragione, il che oltre che falso sarebbe offensivo e fuori della dimensione ecumenica anglicana che le è propria).

    Per quanto riguarda l'episcopato, il problema qui posto è disciplinare e non dottrinale. Non cambierei Chiesa per un problema disciplinare. Far studiare di più i candidati all'ordine è altra faccenda. Tuttavia, la sapienza umana non sostituisce quella divina. Si può essere "teologi atei"!
    In fondo Pietro era laureto in teologia? Certo che no. Tuttavia concordo che la conoscenza delle Scritture e della teologia è fondamentale, ma lo sono anche altre caratteristiche, almeno per essere vescovo. Il vescovo infatti non deve essere il massimo teologo in ogni aspetto biblico o teologico, ma deve avere il dono del DISCERNIMENTO e della GUIDA in modo da potersi avvalere di esperti e saper decidere in conformità allo Spirito Santo.




    QUOTE (Richard Hooker @ 23/9/2008, 23:07)
    Inoltre per un cattolico il magistero è infallibile: mi basta un esempio di natura storica per smentire questo fatto. Nel 1832 papa Gregorio XVI sostenne con queste testuali parole che la libertà di coscienza in materia religiosa era un delirio: “Da questa inquinatissima fonte dell’indifferentismo scaturisce quell’assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire per ciascuno la libertà di coscienza” (Gregorio XVI, Mirari vos, in Enchiridium delle encicliche, vol. 2, EDB, Bologna 1996, pag. 40). Nella Chiesa cattolico romana fino Concilio Vaticano II (1962 – 65), tutti i papi appoggiarono tale prospettiva, lottando contro la libertà di coscienza in materia religiosa, arrivando anche a far uccidere chi la pensava diversamente.

    Occorre però riportare correttamente le informazioni. il Magistero è infallibile nel senso che la Chiesa è infallibile. Non quindi OGNI proposizione del Magister è sotto il dogma dell'infallibilità. Quindi il fatto che la Chiesa abbia cambiato posizione sulla libertà di coscienza non dimostra niente.
    Piuttosto, è il sistema di ricerca della verità che dovrebbe essere ripensato. L'infallibilità della Chiesa infatti poggia sulla "pietra" che sarebbe Pietro (e non Cristo) che sarebbe il Papa (perchè Pietro sarebbe morto a Roma). Tutto ciò fa diventare l'infallibilità, la ricerca della verità qualcosa di molto "umano". Se invece collochiamo l'inifallibilità in Cristo e nella Chiesa in generale, che è il suo Corpo mistico (ma non in una sua specifica struttura, ad esempio il papato o il concilio) allora l'infallibilità è qualcosa che in parte ci è già data e in parte è in divenire con il concorso di TUTTA la chiesa, cioè di tutti i laici e chierici e non solo di una parte di essi.

    QUOTE (Richard Hooker @ 23/9/2008, 23:07)
    Infine per un cattolico romano al magistero bisogna ubbidire ciecamente. Basti questa frase di Ignazio di Loyola alla fine degli Esercizi Spirituali – il suo scritto più importante – quando presenta alcune regole per chi vuole essere un buon figlio della Chiesa. La tredicesima regola prescrive: “Per essere certi in tutto, dobbiamo tenere questo criterio: quello che io vedo bianco lo credo nero, se lo stabilisce la Chiesa gerarchica” (Ignazio di Loyola, Esercizi Spirituali (edizione italiana a cura di Giuliano Raffo), ed. ADP, Roma 1991, pag. 313). Auguri ai cattolici romani quando avranno un dilemma: ascolteranno la Ragione oppure il Magistero? Se sono coerenti devono soffocare la propria ragione (o le proprie ragioni, sì anche quelle del cuore!) per obbedire al Magistero della Chiesa cattolico – romana.

    Non è per difendere la chiesa cattolico-romana, ma la contrapposizione non dovrebbe essere fatta tra il Magistero e la Ragione. Prima di tutto, la ragione è posta in tutti, come pure la coscienza, ma a quanto pare ciascuno arriva a conclusioni differenti. Quindi la Ragione da sola non ci porta da nessuna parte.
    Il Magistero, d'altra parte, è fallibile e dunque ha bisogno dei "profeti" che sappiano vedere oltre. Ma non tutti possiamo improvvisarci profeti.
    Piuttosto dovremmo agire secondo il Vangelo, attraverso la ragione E attraverso la Chiesa. Infatti Cristo non ci ha lasciato una FILOSOFIA DI VITA, ma UNA CHIESA. Non esiste il cristiano senza la Chiesa, il suo essere cristiano è l'essere-chiesa e l'essere in relazione/comunione con altri cristiani, come ogni Chiesa deve essere in relazione/comunione con le altre Chiese.
    Non si può dunque escludere A PRIORI quanto ci insegna la Chiesa. Questo non sarebbe frutto della libertà evangelica, ma dell'individualismo della società industriale. Piuttosto occorre avere il coraggio di approfondire e confrontarci e infine decidere secondo coscienza, quando però in questo processo, la coscienza ha avuto l'opportunità di progredire.


    QUOTE (Richard Hooker @ 23/9/2008, 23:07)
    Mi fermo qui perché sono stanco di scrivere. Altre motivazioni che mi portano ad aderire alla Comunione anglicana le scriverò più avanti.
    Mi interesserebbe sapere quali sono le vostre motivazioni con le quali aderite o siete in procinto di aderire alla Comunione Anglicana.
    Ciao a tutti. Pregate per me. Io pregherò per voi.

    Adesso ti dico perchè faccio parte della Comunione Anglicana (nello specifico della Chiesa Vetero-Cattolica di Utrecht): non perchè usi la ragione più degli altri o perchè sia in maggiore sintonia con il mondo moderno (il che potrebbe anche essere negativo), ma perchè la ritengo maggiormente in linea con le Scritture e la Tradizione, cioè con la Chiesa apostolica e la Chiesa dei primi 7 Concili Ecumenici della Chiesa (quasi) indivisa.
    In fin dei conti le altre confessioni, forse a causa della divisione, estremizzano un aspetto del cristianesimo:
    - i cattolici-romani estremizzano il Magistero, cioè l'autorità della Chiesa
    - i protestanti estremizzano l'autorità delle Scritture (e di conseguenza il Magistero individuale)
    - gli ortodossi estremizzano la Tradizione

    tutto ciò a discapito degli altri aspetti. Ciascuna dunque ha in se una grande ricchezza che dobbiamo valorizzare e accogliere, ma anche porre in equilibrio. Nel vetero-cattolicesimo (che è in comunione con l'anglicanesimo) ho trovato questo equilibrio che mi sembra conforme alla storia, ai dati della critica.

    Siamo una piccola chiesa che vuole proporre un cattolicesimo alternativo, più evangelico, in cui non c'è divisione tra clero e laicato, ma esistono i carismi del presbitero, come quello del laico non più contrapposti ma riconciliati. Non c'è separazione tra uomo e donna. Non c'è separazione tra Chiesa, Scritture e Tradizione. Una Chiesa che sa ripensare se stessa e non ha paura di dire di aver sbagliato e di cambiare posizione, perchè la Verità non ci è stata data tutta intera una volta per tutte, ma occorre sempre attingere ad essa in ogni epoca, in ogni cultura.

    Scusate per questo lungo post.

    Pace & bene.
     
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  10. simonita1986
     
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    Salve.Vi scrivo perchè da un po' di tempo leggo molte informazioni sulla chiesa Anglicana e devo dire che molti principi concidono con quello che penso.Fin dalla nascita sono stata cattolica ma devo dire la verità :non vado mai in chiesa perchè molti principi cattolici non vanno d'accordo con quello che penso e se devo dire la verita' mi è capitato di vedere una certa falsita' e ipocrisia.
    Io ho il desiderio di conoscere meglio la Chiesa Aglicana e di capire meglio quali siano le differenze con quella Cattolica.
    Io sono Siciliana ma per il momento studio a Padova.
    Ho visto che a Padova c'è una Chiesa Anglicana ma volevo sapere se c'è qualcuno disponibile e in grado di chiarirmi tutto cio'.
    grazie
    simona

     
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  11. guglierg
     
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    Cara Simona,

    vedo che nessuno di Padova ti ha risposto, può darsi che non ci sia nessuno che segue il forum...
    Forse dovresti cercare dov'è la chiesa e andarci una volta alla domenica, o prendere contatti via email.

    Se invece hai domande specifiche falle pure sul forum. Oppure potresti raccontare la tua esperienza se ci vai.

    Gianluigi
     
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  12.  
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    In principio perché odio la falsità della chiesa terrena cattolica. Cristo insegna l'umiltà la povertà ed il perdono, cosa che manca di fatto al prelato cattolico e soprattutto al papa. Il classico predica bene razzola male, da noi si dice così. La mancanza del rispetto del voto di castità hanno in giro più figli i prelati che le famiglie credenti. Il fatto che riescono a condire su le persone anziane per fare in modo che alla loro morte gli lasciano tutti i beni materiali. Città del Vaticano è il paese più ricco del mondo, e dal momento che il Cristo ha abbracciato la povertà mi sembra alcuanto assurdo che giri così tanta ricchezza nel prelato cattolico... Devo andare avanti ancora? No perché il post diventerebbe lunghissimo e nessuno lo leggerebbe.
     
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11 replies since 23/9/2008, 22:07   1965 views
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